Vecchi gettoni telefonici: ecco la classifica di quelli che valgono più di tutti

Smartphone, tablet e altri apparecchi di nuova generazione legati alla telefonia mobile sono oggi così comuni che chiunque ne ha almeno uno sempre con sè. Un tempo, però, le cose erano diverse; telefoni fissi e cabine telefoniche erano l’unico modo per potersi parlare e sentirsi con gli amici. Le cabine, più nello specifico, permettevano di chiamare qualcuno anche quando si era fuori casa, a patto di avere dei gettoni appositi, però.

E sono proprio quei gettoni, ormai inutili, che hanno riottenuto un nuovo valore per tutti quegli amanti del retrò e della seconda metà del secolo scorso. Diventati oggetto di culto per diversi collezionisti, alcuni di questi gettoni possono arrivare a valere anche diverse centinaia di euro, e qualora vi capitasse di trovarne una manciata dimenticata in un vecchio cappotto o nel cassetto di qualche vecchio mobile potreste aver rimediato un bel gruzzoleto.

Tipologie di gettoni

Prima di parlare dei gettoni in sè è meglio definire le varie tipologie, in modo da avere le idee un po’ più chiare su cosa potremmo trovarci tra le mani e conoscere anche la loro storia può essere interessante. Innanzitutto, è importante sapere che in Italia, i primi esemplari vennero coniati dalla Stipel, vecchia concessionaria di servizi di telefonia nelle regioni di Lombardia e Piemonte, 2 anni dopo la comparse delle prime cabine telefoniche nel nostro paese, nel 1927.

I primi gettoni vennero prodotti con due leghe principali, una serie in bronzo (rame e stagno) e una in alpacca (rame, nichel e zinco) e potevano essere usati soltanto nei telefoni presenti alla Fiera Campionaria di Milano. Nel ’45, con la fine della guerra, la società Teti, o Telefonica Tirrena, inizierà a produrre i gettoni classici, con scanalature, che potevano essere usati in tutte le cabine telefoniche e telefoni a gettoni. Tra le tipologie create abbiamo il gettano urbano per chiamate sino a 3 km, il gettore urbano per chiamate tra i 3 e i 10 km e il gettone interurbano per telefonate oltre quest’ultimo raggio.

La classifica dei gettoni e il loro valore

Ogni gettone è caratterizzato da piccole differenze, come le monete normali; il gettone urbano da 3 km, per esempio, ha due scanalature su un lato e un sull’altro, il gettone tra 3 e 10 km ha una sola scanalatura per lato, mentre il gettone oltre i 10 km presenta 2 scanalature solo su un lato. In tutto, a partire dalla prima coniazione nel 1927, comunque, possiamo contare 6 modelli e ognuno ha un valore che può variare da alcune decine a qualche centinaio di euro:

  • Gettone Stipel del 1927
  • Gettone Timo del 1928
  • Gettone Telve del 1932
  • Gettone Set del 1934
  • Gettone Teti del 1935
  • Gettone classico del 1959

Il gettone Stipel 1927 è stato il primo ad essere coniato e per questo motivo è oggi abbastanza raro; è riconoscibile dalla dicitura S.T.I.P.E.L. e, se in buone condizioni il suo valore può oscillare tra i 40 e i 100 euro. Il gettone Timo del 1928 è stato prodotto dall’omonima officina bolognese e il suo valore si aggira tra i 100 e i 200 euro; si tratta di una delle più rare. Il gettone Telve del ’32 è quello più raro; realizzato in ottone, il suo valore, in buone condizioni, si aggira intorno ai 250 euro.

Il gettone Set del ’34, prodotto a Napoli, è un altro pezzo abbastanza raro il cui valore oscitta tra i 60 e i 180 euro, a seconda delle sue condizioni e dalla presenza di un errore sulla scritta S.E.T. dove non è presente il punto finale dopo la T. L’ultimo dei gettoni rari è il Teti, coniato a Roma nel 1935 che, se ben tenuto può tranquillamente raggiungere i 200 euro di valore per alcuni collezionisti. I gettoni coniani dal ’59 in poi, che sono quelli prodotti sino alla loro uscita di scena nel 2001, sono appunto quelli più comuni il cui valore può superare i 10 euro soltanto in pochi casi, e solo quando ben conservati.

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